I tassi di interesse sarebbero arrivati sino al 140 per cento e per ottenere il denaro gli indagati non avrebbero esitato a minacciare le proprie vittime. E’ quanto emerge dall’operazione ‘Tonsor’ eseguita dalla Guardia di finanza di Palermo, che ha sgominato un’organizzazione di usurai, eseguendo cinque misure cautelari e sequestrando beni per 500mila euro. I prestiti a tassi usurai sarebbero andati avanti anche durante il lockdown approfittando del grave stato di bisogno delle vittime.
Le indagini degli specialisti del Gico del nucleo di Polizia economico-finanziaria hanno fatto luce su un sistema professionale basato sul rilascio di assegni postdatati utilizzati a garanzia dei prestiti erogati, nonché su dazioni in contanti, prive di qualunque tipo di tracciabilità, con l’obiettivo di ‘schermare’ i passaggi di denaro. Gli investigatori delle Fiamme gialle, attraverso l’esame, il confronto e l’incrocio di informazioni estratte da diverse banche dati hanno accertato “l’assoluta sproporzione tra i beni nella disponibilità degli indagati e i redditi dichiarati”. Sono cosi scattati i sigilli per un noto ristorante nel quartiere capo di Palermo, una moto e conti correnti.